venerdì 8 gennaio 2010

L'odore della Bolivia

La Paz è la città delle cholitas con le loro gonfie gonne colorate e le loro bombette.
La Paz è la città dei bambini per strada che suonano un charango completamente scordato.
La Paz è la città dei borrachos che vagano per le vie senza una meta nel loro fragile equilibrio.
La Paz è la città dei cimiteri degli elefanti,
dove gli alcolisti decidono di suicidarsi bevendo fino all'ultima lacrima di chicha.
La Paz è la città di Oscar Martinez, sincero amico e profondo pensatore.
La Paz è la città dei minibus in cui donne vendono ai passanti destinazioni gridate.
La Paz è la città degli odori larghi e avvolgenti,
frutta dolce, verdura marcia, cotenna di maiale fritta.
La Paz è la città dei visi malinconici e tristi.
La Paz è la città in cui la via è mercato e il mercato è la via.
La Paz è la città dalla quale si sfugge esalando colla.
La Paz è la città-capitale più alta del mondo.
La Paz è la città dai bassifondi che dominano dall'alto i quartieri nobili.

La Paz è la città dove l'impossibile diventa possibile.



Vogliamo ribadire come viaggiare in paesi lontani permetta di comprendere il vero e profondo significato delle parole. Ci riferiamo in questo caso alla parola "precario", non nella sua forma sostantivata, molto usata in Italia, bensì nella sua accezione di aggettivo qualificativo.
È il 2003 in Bolivia. Il presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, che parla spagnolo con un forte accento americano, approva una nuova imposta su stipendi statali sopra un certo limite. I poliziotti ne sono coinvolti. L'istituzione "polizia" sciopera a tempo indeterminato.
Helter Skelter.
La voce si diffonde come un'onda sismica e la popolazione più povera, perenne schiava del sistema, si riunisce di fronte ai posti di potere e inizia un attacco con slogan e pietre. Scende in piazza l'esercito, ultimo baluardo di criminali al servizio del più forte.
È a questo punto che l'inimmaginabile salta l'immaginazione per concretarsi direttamente nella realtà.
Molti poliziotti scendono in piazza accanto al popolo. In Plaza Murillo è guerra. Barricate e armi da fuoco. Nel resto della città guerriglia. Per tre giorni La Paz è in stato d'assedio.
È il presidente "gringo" che pone fine alla mattanza e alla legge.
La polizia grida vittoria e cambia alleato.
Il popolo torna alla sua schiavitù in attesa di un'altra occasione.

Muro crivellato di colpi in Plaza Murillo


L'escursione costa 180 dollari. Quattro giorni attraverso il Sud-Est della Bolivia e lo spettacolare Salar de Uyuni per un totale di 1200 chilometri. Colazione, pranzo, cena e pernottamento in tre differenti rifugi.
Alla frontiera boliviana ci accoglie Francisco, un ragazzotto di 21 anni dall'aspetto decisamente più adulto. Guiderà la jeep 4x4 per l'intera durata dell'escursione. Autista, guida e persino cuoco.
Francisco guadagna 1200 boliviani al mese, vale a dire 160 dollari. Ha un giorno di pausa alla settimana, ma non essendo sotto contratto, il riposo diventa aleatorio.
Gli chiediamo dettagli.
Ci racconta che il 50% netto del prezzo da noi pagato va all'agenzia, proprietaria della macchina. L'altro 50% (90 dollari) è per i pasti (molti e sostanziosi), le tre notti, la benzina e l'ingresso ai tre parchi naturali, oltre alla tassa per il timbro di frontiera. Ciò che rimane al chofer Francisco, forza lavoro boliviana, tra le più economiche sul mercato.
Il vero pugno allo stomaco arriva quando aggiunge che il proprietario è un boliviano.


L'incredibile sconfinata piattezza del Salar di Uyuni, la più grande meraviglia naturale che finora abbiamo visto, ci permette considerazioni altrettanto fredde e ineluttabili su questo continente così maledettamente umano.
La conquista non è stata solo quella materiale e carnale perpetrata dagli spagnoli per più di due secoli; la conquista è stata anche e soprattutto economica. Il modello occidentale ha conquistato l'America Latina, quel modello indissolubilmente legato al capitale e al tradimento.
Il tradimento che Francisco subisce quotidianamente.
Il tradimento per un pugno di dollari, la più grande schiavitù dell'America di oggi.



3 commenti:

  1. di fronte le straordinarie, incantevoli bellezze di questi paesaggi e sul rovescio della medaglia la miseria che spadoneggia fra la gente umiliata dall'egoismo, dall'indifferenza dei ricchi, i privilegiati del mondo che vivono opulenti e insultano tutta la loro vita insultando e così scivola qualche goccia di tristezza rabbiosa e impotente...ma che bravi che sono i dottori!!!

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  2. Bolivia.Appena senti il nome e già pensi al Cartello di Medellin, alla Coca.
    Ho chiesto a una amica boliviana se è vero che lì tutto è controllato dalla Pianta. Beh,con la massima tranquillità e senza ombra di risentimento ha detto:" Associare la Coca ai boliviani è come collegare...LA MAFIA AGLI ITALIANI!!!"
    Ho meditato...

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  3. Queridos Amigos!! muchas gracias por escribir lo de La Paz, entendei casi todo y ya me voy a aprender un poco de italiano para aprenderlo!
    Muchos abrazos, muchos y muy fuertes!!

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